La malattia di Parkinson (MP)
è tra le più frequenti malattie del sistema nervoso
centrale ed è diffusa in entrambi i sessi. L'esordio,
la progressione e la durata sono sostanzialmente simili negli
uomini e nelle donne, ma l'osservazione clinica quotidiana induce
a riflettere su possibili influenze del genere sulla malattia,
come ad esempio suggerito dall'effetto negativo del periodo premestruale
sui sintomi e sulla risposta terapeutica riferito da molte pazienti
in età fertile. In particolare, l'esordio giovanile o
peri menopausale dei sintomi può suggerire possibili interferenze
reciproche tra la malattia e gli eventi della vita riproduttiva,
sia da un punto di vista patogenetico che puramente clinico.
In realtà sono state riportate differenze tra i sessi
concernenti aspetti clinici, come dimostra il riscontro di problemi
motori e comportamentali di maggiore gravità negli uomini,
di contro ad una maggiore frequenza di discinesie e depressione
nelle donne. E' anche noto che gli ormoni gonadici, gli estrogeni
in particolare, influenzano, seppure in maniera non univoca,
le funzioni dei gangli della base, come dimostrano molti studi
sperimentali. Inoltre sono stati anche condotti in donne con
MP studi che documentano possibili influenze degli estrogeni
sulla risposta alla terapia antiparkinsoniana.
Sulla base di queste premesse è stato condotto uno studio
in cui sono state dapprima confrontate le caratteristiche della
vita riproduttiva in donne con MP e quindi correlati l'esordio
e le caratteristiche cliniche della malattia con gli eventi della
vita riproduttiva.
Sono state arruolate nello studio 150 donne affette da MP, di
cui sono stati acquisite, mediante un apposito questionario,
informazioni sugli aspetti della vita riproduttiva e le caratteristiche
della malattia. I dati riguardanti la vita fertile sono state
confrontati con quelli di 300 donne sane di età simile.
Le donne con MP avevano in media 65.5 anni (range 42-85), con
una durata media di malattia di 8.7 anni ed un range tra 1 e
35 anni; le donne di controllo avevano in media 63.5 anni (range
44-80).
Questo studio ha mostrato che le donne con MP, con esordio sia
prima che dopo la menopausa, hanno una vita riproduttiva di lunghezza
simile alle donne senza MP, ma lamentano più sintomi premestruali,
meno gravidanze ed aborti e fanno un minor uso di anticoncezionali.
La menopausa insorge in età simile alle donne non parkinsoniane,
ma le pazienti hanno più "vampate", mentre riferiscono
meno frequentemente depressione, insonnia, incontinenza urinaria
e dispareunia ed assumono più raramente terapie ormonali
sostitutive.
Il 25% delle donne considerate aveva avuto l'esordio della MP
durante la vita fertile. Queste donne, tranne una presenza di
sintomi premestruali maggiore rispetto alle donne non parkinsoniane,
presentano una vita riproduttiva con caratteristiche sostanzialmente
simili alle donne di controllo. Ma in oltre il 50% delle donne
i sintomi della malattia e la risposta al trattamento peggiorano
sensibilmente durante il periodo premestruale. Inoltre usano
contraccettivi in misura simile alle coetanee senza MP.
Nell'insieme le donne con MP non mostrano differenze della vita
riproduttiva rilevanti da un punto di vista quantitativo, rispetto
a donne non parkinsoniane, con provenienza culturale e geografica
simile. In realtà le differenze riflettono scelte diverse
rispetto alla riproduzione, con un minor numero di figli, ma
anche un minor numero di aborti e di impiego di contraccettivi,
quando si consideri tutto il gruppo delle pazienti. Al contrario,
se si considerano solo le donne con esordio di malattia in età
fertile si vede che hanno la stessa percentuale di gravidanze
delle donne senza MP. In realtà la ridotta parità
è giustificata da un maggior numero di donne parkinsoniane
nullipare, poiché, quando fertili, il numero di gravidanze
era simile alle donne senza MP. Non pare quindi sostenibile una
relazione diretta tra la malattia e la parità, quanto
piuttosto potrebbero essere rilevanti aspetti comportamentali
e personologici peculiari, eventualmente anche premorbosi.
Il ruolo degli estrogeni o del loro metabolismo nella patogenesi
della malattia non sembra essere rilevante. Interessante è
la conferma del peggioramento della malattia con il ciclo mestruale,
osservazione condivisa in altri disordini del movimento, ma anche
nelle cefalee primarie ed in malattie che non coinvolgono il
sistema nervoso.
Infine i sintomi della menopausa sono percepiti differentemente
dalla donne con MP, che riferiscono soprattutto le vampate, pur
trascurando di assumere terapie sostitutive, verosimilmente per
la maggiore attenzione dedicata alla MP, quando presente durante
la menopausa.
In conclusione, le donne con MP, sia con esordio prima che dopo
la menopausa, non hanno alterazioni quantitative della vita riproduttiva.
Sembrano piuttosto sostenibili relazioni di tipo qualitativo,
indicative di un più precario adattamento alle fluttuazioni
della vita riproduttiva. Il ruolo modulatorio degli estrogeni
sui neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione del movimento
potrebbe determinare variazioni qualitative di risposte motorie
o comportamentali specifiche in relazione al genere, senza imprimere
caratteristiche patologiche alla vita riproduttiva.
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