Disturbi uro-gastroenterologici nella Malattia di Parkinson.
Fabrizio Stocchi
IRCCS Istituto Neuromed,Pozzilli (IS) - Università di Roma 'La Sapienza'
(IV Congresso Nazionale Parkinson Italia, Viareggio, 22-23 aprile 2004)

La disabilità indotta dalla malattia di Parkinson non correla solo con il "disturbo del movimento" ma può coinvolgere anche altri sistemi quale il cardiovascolare, gastrointestinale, urinario. I sintomi sistemici conseguenti, se presenti, non si manifestano sempre con eguale intensità né determinano necessariamente la disabilità del paziente se riconosciuti dal neurologo e ben curati. Vi è una grande variabilità nell'evoluzione della malattia e nel grado di disabilità: il decorso della malattia è in genere definito come cronico-progressivo ma è possibile riconoscere fase protratte di stabilizzazione del quadro, soprattutto se il paziente è attentamente curato e controllato.

Sistema gastrointestinale.
Il coinvolgimento del sistema gastrointestinale diventa disabilitante non soltanto per disturbo in sé, ma anche per le inevitabili interferenze con l'assunzione della terapia, che in genere è una terapia orale.

La levodopa, farmaco insostituibile nel trattamento della malattia di Parkinson, viene generalmente somministrata sotto forma di compresse. Esse devono essere deglutite, devono attraversare l'esofago e da qui essere propulse dentro lo stomaco; dallo stomaco devono quindi passare nell'intestino tenue dove vengono assorbite. Qualunque ostacolo o rallentamento durante questo transito determinerà un ritardo o addirittura un fallimento dell'effetto terapeutico.

Nelle fasi più complicate della malattia, già l'atto della deglutizione può risultare compromesso per un alterato controllo della muscolatura della lingua, del faringe e dell'esofago, con eventuale reflusso gastroesofageo e conseguente difficoltà nella deglutizione soprattutto dei cibi solidi. Per far fronte a tali difficoltà, sono state studiate formulazioni liquide della levodopa.

Tappa successiva è il passaggio nello stomaco: un rallentamento della motilità e dello svuotamento gastrico sono causate dalla malattia stessa, dalla presenza di cibo (sopratutto lipidi), dall'eccessiva acidità gastrica o dall'assunzione concomitante di farmaci anticolinergici. Questo ritardato svuotamento ha come risultato ultimo, il mancato o ritardato assorbimento a livello duodenale. Anche in questo caso l'uso di formulazioni liquide di levodopa ed un regime dietetico appropriato, possono migliorare o addirittura risolvere il problema. Soltanto in casi di estrema gravità si è arrivati alla diretta somministrazione intraduodenale mediante sondino.

Le alterazioni dell'ultimo tratto del sistema gastrointestinale sono rappresentate dalla stipsi: essa può arrivare ad essere un problema altamente invalidante per il paziente parkinsoniano; inoltre, il cosiddetto "riflesso colon-gastrico" è un'ulteriore causa di rallentamento dello svuotamento dello stomaco. La costipazione non è dovuta soltanto alla ridotta motilità intestinale, ma anche ad una difficoltà nel coordinare lo stesso atto della defecazione che è un atto motorio complesso, risultato di un'azione sinergica della muscolatura diaframmatica, pelvica ed addominale. Nel paziente parkinsoniano spesso si va incontro ad un problema espulsivo legato alla mancata coordinazione dei muscoli interessati e soprattutto al mancato rilasciamento dei muscoli pelvici. Questo spiega come un uso (talora sconsiderato) di lassativi può non risultare utile, aumentando la frustrazione del paziente. Di sicuro aiuto è invece una corretta alimentazione e un miglioramento della motricità del paziente.

Sistema genitourinario

Il coinvolgimento del sistema urinario nella malattia di Parkinson si manifesta più frequentemente con urgenza minzionale e talora con ritenzione urinaria. Analogamente a quanto detto per l'atto della defecazione, anche la minzione è da considerarsi il risultato di un'azione sinergica e coordinata di più muscoli e organi. Il mancato coordinamento del rilasciamento del piano perineale e la contrazione della muscolatura vescicale sono la causa del disturbo.

La ritenzione d'urina, più rara come complicanza, si verifica invece per mancato rilasciamento del piano perineale che si può verificare quando il paziente è molto bloccato. In questo caso la somministrazione di un farmaco ad azione rapida può risolvere il problema.

Sistema cardiovascolare

Infine anche il sistema cardiovascolare può essere coinvolto non tanto dalla malattia in sé quanto piuttosto dagli effetti collaterali di alcuni farmaci utilizzati nel trattamento. Frequente è l'ipotensione ortostatica, che può invece risultare come complicanza delle fasi avanzate di malattia; essa si manifesta soprattutto nel periodo post-prandiale ed è un evento piuttosto spiacevole per il paziente e per i congiunti che vedono il soggetto accasciarsi al suolo privo di coscienza. In questi casi il paziente va adagiato a terra e tale semplice accorgimento permette l'immediata risoluzione del fenomeno. Per cercare di evitare tali episodi è utile il consiglio di consumare pasti piccoli e frequenti e di evitare assolutamente l'assunzione di alcool; un caffè ed un "riposino" dopo pranzo sono invece indicati.