Da una review della letteratura
dal 1952 ad oggi emerge che circa 40 gravidanze sono state descritte
in donne affetti da Malattia di Parkinson Idiopatico (MPI) di
cui 17 descritte in una raccolta del 1989 (1) e lei restante
presentati come case report.
Solo il 5% della popolazione affetta da MPI sono donne in età
fertile e di conseguenza l'esperienza clinica è limitata.
Molte domande sulla terapia antiparkinsoniana, la possibile teratogenicità
e se una gravidanza può portare ad un peggioramento irreversibile
della malattia sono ancora aperte.Varie terapie con L-dopa/cabidopa
o L-dopa/benserazide in associazione con dopaminoagonista o selegeline
o amantadine, oppure dopaminoagonista in monoterapia sono state
descritte nei vari case report e da queste osservazioni è
emerso che solo la terapia con L-Dopa sembra essere oltre alla
più sperimentata anche la meno dannosa per il feto, mentre
sono state descritte eventi aversi in corso di terapia con amantadina
e selegelina (2). Un ulteriore dato che viene riportato in letteratura
è che il 46% delle donne incinte hanno un peggioramento
della sintomatologia parkinsoniana in alcuni casi transitoria
durante la gravidanza o post-partum ed in alcuni casi senza alcun
recupero nei mesi successivi al parto, condizione clinica che
porta ad un aumento della terapia dopaminomimetica in atto (3).
Però 54% delle donne non riportano alcun peggioramento
della sintomatologia parkinsoniana anzi il 2% dei casi riporta
un miglioramento della sintomatologia (2).
Queste osservazioni cliniche cosi controverse vanno di pari passo
con il discusso ruolo degli "estrogeni" nella malattia
di Parkinson, che da un lato dovrebbero migliorare i sintomi
parkinsoniani per le interazioni con i catechol-O-methyltransferasi
aumentando la disponibilità della dopamina dall'altro
lato c'è l'interazione del metabolita del estrogeno, catecholestrogeno
che interagisce con gli enzimi delle catechol-O-methyltransferasi
(4-5). Sono stati descritti casi di sindrome neurolettica maligna
in corrispondenza al periodo premestruale, secondo gli autori
causati da un interazione tra ormoni sessuali e sistema dopaminergico
(6).
Un ulteriore evidenza clinica sembra essere legata ai livelli
degli ormoni sessuali durante il ciclo mestruale. Quinn e Marsden
(7) descrivono nel 1986 per la prima volta la presenza di fluttuazioni
motorie legato al ciclo mestruale, le 11 pazienti descritte erano
in pre-menopausa, ed in seguito viene riproposta dal gruppo di
Goetz (8), che evidenzia che non ci sia una correlazione diretta
tra fluttuazioni motorie legato al ciclo e i livelli degli ormoni
sessuali (durata dello studio 5 settimane, 10 pazienti). Le fluttuazioni
motorie non sono da confondere con la sindrome premestruale (PMS)
che si presenta in modo completamento diverso; i sintomi più
comuni descritti in meta analisi su 350 studi sono irritabilità,
mal di testa o emicrania, depressione, facilità al pianto,
tensione, ansietà, ritenzione di liquidi, cambiamenti/labilità
del umore, dolore lombare, aumento del peso, gonfiore addominale,
distrazione, golosità, aumento dell'appetito etc (9).
Riportiamo i cambiamenti della UPDRS parte motoria in 13 pazienti
in età fertile (32-57 anni), circa il 2% della popolazione
affetta da MPI, che viene regolarmente seguita nel nostro centro
per il disturbo del movimento. I pazienti si dividono in due
gruppi, Gruppo I 9 pazienti che ha un esordio precoce della malattia
< 40 anni, ed il gruppo II 4 pazienti ad insorgenza > 45
anni. Nessuno del gruppo I soffre di PMS neanche antecedente
alla diagnosi di MPI, nel gruppo II 2 pazienti hanno evidenti
sintomi di PMS. 7 pazienti del gruppo I ed una paziente del gruppo
II presentano un peggioramento della sintomatologia parkinsoniana
nella seconda meta del ciclo mestruale, un peggioramento che
aumenta, e che si risolve con il primo giorno delle mestruazioni.
Questa fluttuazione motoria valutata con la UPDRS parte III,
per la durata di 4 mesi per avere la valutazione di 3 cicli completi,
mostra un aumento significativo di 15.6±2.5 punti (p<0.001)
per i pazienti fluttuanti paragonato ad una variazione non significativa
di 2.0±0.4 punti nei pazienti non fluttuanti. Questa osservazione
conferma la presenza di fluttuazioni motorie durante il ciclo
mestruale, e si potrebbe ipotizzare una refrattarietà
temporanea, da interazione con il cambiamento del livello degli
estrogeni, alla terapia in corso.
Una strategia terapeutica è l'aumento in estemporaneo
durante la seconda meta del ciclo del dosaggio della terapia
in atto.
Descriviamo 2 pazienti affetti da MPI :
Paziente CA, 40 anni, durata della malattia 8 anni, casalinga,
3 gravidanze antecedente alla malattia. La terapia della paziente
è stata fino ad un anno fa con dopaminoagonista in monoterapia,
successivamente è stato introdotto un secondo dopaminoagonista
a lunga emivita per l'insorgenza del fenomeno di end-off-dose.
La paziente viene regolarmente seguita nel nostro ambulatorio
e circa 2 mesi fa si presenta con un peggioramento della sintomatologia
parkinsoniana in modo quasi acuto, in concomitanza con un ritardo
di circa 5 giorni del ciclo mestruale, il test per la gravidanza
è positivo. La paziente decide di portare la gravidanza
a termine e quindi viene cambiata la terapia in atto: il dopaminagonista
a lunga emivita viene sospeso e viene introdotto L-Dopa/cabidopa
300mg, attualmente la sintomatologia è migliorata ma non
è tornata ai livelli antecedenti la gravidanza.
Paziente DA, 42 anni, durata malattia 2 anni, commercialista,
a 39 anni all'apice della sua carriera professionale decide che
è tempo di avere un figlio, nel stesso tempo presenta
i primi sintomi parkinsoniani (rigidità e bradicinesia
prevalentemente a sn). All'età di 40 anni viene fatta
la diagnosi di MPI. Per il desidero di avere un figlio viene
deciso in accordo con la paziente di posticipare la terapia dopaminomimetica.
Vari tentativi della coppia falliscono, i coniugi si rivolgono
finalmente ad un ginecologo specialista per la fecondazione artificiale.
La paziente, dopo aver risolto alcuni problemi di competenza
ginecologica (cisti ovarica, irregolarità del ciclo mestruale
etc), è stata sottoposta ad un primo impianto di tre embrioni,
con esito negativo. Attualmente è in attesa di una secondo
impianto. Il ginecologo ha assicurato che è molto probabile
che il primo tentativo sia fallito a causa dell'età e
della situazione ginecologica antecedente alla prima inseminazione.
Bibliografia:
1. Globe LI. Parkinson's Disease and Pregnancy. Neurology 1987;37:1245-1249
2. Hagell P, Odin P, Vinge E. Pregnancy in Parkinson's Disease:
a review of literature and a case report. Mov Disord 1998;13:34-38
3. Shulman LM, Minagar A, Weiner WJ. The effect of pregnancy
in Parkinson's Disease. Mov Disord 2000;15:132-135
4. Mizuta E, Yamasaki S, Nakatake M, Kuno S. Neuroleptic malignant
syndrome in a parkinsonian woman during the premenstrual period.
Neurology 1993;43:1048-1049
5. Horstink MWIM, Strijks E, Dulzen DE. Estrogen and Parkinson's
Disease. Parkinson's Disease:Advances in Neurology 2003;91:107-114.
6. Kompliti K. Estrogen and Parkinson's Disease. Frontiers in
Bioscience 2003;8:391-400.
7. Quinn NP and Marsden CD. Menstrual-related fluctuations in
Parkinson's Disease. Mov Disord 1986;1:85-87
8. Kompliti K, Com'ella CL, Jagin JA, Leurgans S, Raman MS, Goetz
CG. Menstrual-related changes in motoric function in women with
Parkinson's Disease. Neurology 2000;55:1572-1574©ob.
9. Budeiri DJ, Li Wan Po A, Dornan JC. Clinical trails of treatments
of premenstrual syndrome: entry criteria and scales for measuring
treatment outcomes. Br J Obstet Gynaecol 1994;101:689-95. |