Il neurologo prof. Renzo Bassi risponde alle vostre domande
(136 - 140; 11 - 18 gennaio 2010).
140 - Il 18 gennaio 2010 R.P. ha chiesto:
"Egregio prof.Bassi, mi è stato diagnosticato un probabile Parkinson senza tremolio.
Si manifesta con difficoltà deambulatoria specialmente del lato destro e difficoltà a scrivere (scrivo piccolo piccolo).
Ho effettuato un RMN del cranio senza m.d.c. (1,5 thesla) ed un ecodopler TSA. Questi esami sono risultati buoni per la mia età (81 anni).
Mi è stato prescritto di assumere capsule di sinemet 100+25 cominciando da metà capsula due volte al giorno e aumentare dopo una settimana. Leggo però su Internet che questo medicinale serve per il tremolio che io non ho. Va bene lo stesso?
La ringrazio. Lei ha una bella faccia simpatica. La saluto cordialmente."
  "Salve,
non sempre nella malattia di Parkinson sono ben evidenti i tremori. Per la diagnosi sono importanti la lentezza dei movimenti con difficoltà ai movimenti più da un lato e rigidità.
E' buona cosa che gli esami fatti siano risultati negativi.
Naturalmente vanno integrati con gli esami del sangue e magari con una Tac del cranio.
La terapia prescritta a base di levodopa (SINEMET) è giustificata se il suo medico ha fatto diagnosi di Parkinson.
Il dosaggio non è molto impegnativo ed è nella media per gli stadi iniziali della malattia.
Starei attento piuttosto agli effetti collaterali possibili quali senso di vomito e abbassamento della pressione che per l'età potrebbero essere significativi.
Cordialità ed auguri."
x x x x x
139 - Il 18 gennaio 2010 G.S. ha chiesto:
"Mio padre prende delle compresse di madopar per il Parkinsons da oltre 4 mesi. La settimana scorsa per due volte poco dopo l'assunzione delle compresse si è verificato un calo pressione. E' un caso o è dovuto al farmaco il calo di pressione sanguigna? Si precisa che la dose assunta è di metà pillola di una da 200 mg di madopar."
  "Salve,
è previsto che la terapia con levodopa (Madopar) possa concorrere ad un certo abbassamento della pressione anche a dosi non elevate (100mg).
Spesso lo stesso morbo di Parkinson causa un abbassamento della pressione (ipotensione) magari favorito dall'età avanzata, da altre patologie o da altri farmaci.
La pressione bassa, o meglio la pressione che da un certo livello si riduce in modo significativo, causa senso di debolezza e di svenimenti fino a sincope con possibile caduta a terra nel momento del passaggio dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta in piedi.
Consiglio di parlarne senza allarmismi con lo specialista che vi cura; si vedrà se modificare o ridurre il farmaco usato e adottare le misure dietetiche e comportamentali per migliorare la pressione.
In ogni caso è bene evitare di alzarsi in piedi bruscamente.
La pressione dovrà essere correttamente controllata (frequentemente) nelle varie posizioni.
Cordialità."
x x x x x
138 - Il 14 gennaio 2010 R.S. ha chiesto:
"Caro dottore, in famiglia abbiamo mio nonno affetto dal Parkinson. Sono già circa 10anni che soffre di questa malattia, noi gli siamo molto vicino ma attualmente il problema è che non dorme più, è sempre molto nervoso e anche noi non riusciamo più a farlo rilassare come prima e cioè parlandogli facendolo svagare magari facendolo uscire anche se in macchina perchè non deambula più bene e si stanca subito.
Probabilmente il dottore con cui è in cura lo farà ricoverare almeno per sottoporlo a tutti gli accertamenti dovuti.
Ora volevo chiederle secondo lei come ci dovremmo comportare?
Abbiamo bisogno di un parere suo visto la sua esperienza! Grazie!!"
  "Salve,
mi par di capire che si tratta di una forma di Parkinson avanzata 10 anni di malattia) con problemi di agitazione irrequietezza insonnia.
Forse siamo in presenza di decadimento cognitivo e dei cosiddetti disturbi comportamentali.
Mi sembra buona cosa che ci sia anche la possibilità di un ricovero per puntualizzare la situazione, escludere altre patologie, sentire il parere di esperti operatori sanitari e prendere magari un'attimo di respiro.
Suppongo che sarà revisionata anche la terapia in uso e magari sarà valutato come agire per l'insonnia e l'agitazione (per cui ci sono farmaci efficaci).
Da quanto scrive mi pare che i presupposti e principi fondamentali della buona assistenza e giusto comportamento non manchino in famiglia (l'interessamento per il congiunto, il desiderio di aiutarlo, il voler conoscere di più su quanto si può fare.
I medici e gli specialisti che piu? Trattano questi pazienti (Geriatri e Neurologi), conoscono bene le difficoltà di gestione della malattia nell'anziano: parlatene con fiducia.
Cordialità."
x x x x x
137 - Il 14 gennaio 2010 C.A. ha chiesto:
"Salve Dottore, cercherò di essere breve. La mia richiesta ha forse ha solo alcune attinenze con il morbo di Parkinson, ma ritengo comunque molto utile la sua risposta ed il suo aiuto.
Mio padre ha 62 anni e pesa 85 chili, ha avuto 5 anni fa un'emorragia cerebrale subaracnoidea, riportando una serie di esiti sia motori che cognitivi (danno cerebrale frontale bilaterale e parietale destro).
Sin dall'inizio, dopo la fase acuta, quando ha cominciato a stare sulla sedia a rotelle i medici dicevano che in alcuni atteggiameni mio padre sembrava un malato di Parkinson per via dello sguardo un pò fisso, della lentezza dei movimenti, di una certa rigidità muscolare. A tal fine sin dall'inizio è stato trattato, per alleviare i sintomi suddetti e per supportare il recupero motorio, con il SINEMET 100/25 (prima 3 attualmente 4 cp al giorno) ed il REQUIP 0,50 (3 cp al giorno nel primo anno) per poi sostituire quest'ultimo con il MANTADAN (1 cp al giorno). Nello specifico tali farmaci avrebbero dovuto anche stimolare la sua forte apatia e inerzia psico motoria, per la quale però non ancora riusciamo a trovare rimedio. Il suo MMSE attuale è 23/30.
Secondo Lei, questa sorta di parkinsonismo secondario (a detta dei medici), visto che mio padre assume il SINEMET da 5 anni circa, necessiterebbe di una terapia diversa? Ovvero potrebbe l'efficacia del farmaco essere ormai ridotta? Ultimamente stiamo riscontrando una sua maggiore rigidità e lentezza nei movimenti così come una sorta di piccolissimo movimento involontario alla boca (cioè mio padre cerca di toccarsi insistentemente i denti d'avanti con la lingua).
In attesa di un Suo cortese riscontro, La ringrazio per la disponbilità."
  "Salve,
E assai difficile dire, sulla scorta di quanto scrive, se il papà necessita di terapia diversa. L'efficacia dei farmaci antiparkinsoniani nei parkinsonismi in genere è scarsa e limitata nel tempo.
Mi domando se il movimento esagerato con la bocca non sia una classica discinesia oro-facciale e non sia legata all'uso di farmaci neurolettici o neurologici presi magari parecchio tempo fa.
Non è escluso che tale disturbo sia collegato all'uso di farmaci a base di dopamina o al danno cerebrale sofferto.
Non so se sia necessaria una terapia diversa: mi viene da pensare che si possa provare a ridurre o anche a sospendere i farmaci antiparkinson per vedere cosa succede e se sono realmente necessari.
In ogni casi parlatene con il neurologo che vi segue.
Cordialità."
x x x x x
136 - L'11 gennaio 2010 P. ha chiesto:
"Ho 38 anni, sono un ciclista amatoriale. sto fermo dall'attività sportiva da un anno per problemi di dolori lombari.
Da bambino sono stato sempre di carattere nervoso, molto teso, all'età di 20 anni ho trascorso per un po' di anni esaurimento con depressione ancora oggi.
Ad esempio: se faccio qualche ecografia addominale non riesco a rilassare gli addominali, circa 4-5 mesi che mi ha preso un tremore per tutta la persona, sensazioni di nervi in tensione, mi è capitato di fare qualche discussione più accentuata, mi prende un tremore incontrollabile molto accentuato.
Volevo qualche consiglio. Grazie"
  "Salve,
crisi di tremore "generico" diffuso nel contesto di quanto mi scrive, mi fanno pensare ad uno stato ansioso.
Consiglio di eseguire i comuni esami del sangue comprese la prove tiroidee. probabilmente sono utili sedativi leggeri (benzodiazepine).
Credo utile proseguire una attività sportiva o comunque di impegno fisico permessa dal dolore lombare.
Lo stesso dolore lombare, pur favorito dal ciclismo, in molti casi con pazienza trova una soluzione, magari con l'aiuto di uno specialista del settore.
Eventualmente provi a recuperare qualche interesse o hobby che lo gratificavano in passato.
Cerchi di avere un colloquio con il medico curante per discutere con tranquillità la situazione.
Cordialità."