Il neurologo prof. Renzo Bassi risponde alle vostre domande
(71 - 75; 29 luglio - 10 ottobre 2008).
75 - Il 10 ottobre 2008 M.R. ha chiesto:
"Salve, vorrei un consiglio mio nonno soffre di questa malattia ormai da anni. Il medico gli aveva somministrato sirio 12.5 mg + 125 mg 1 volta al giorno, akineton 2 mg 2 volte al giorno e mirapexin 0.18 mg 3 volte al giorno ma ultimamente un altro medico gli ha tolto akineton senza dargli alcun farmaco in alternativa poichè mio nonno era peggiorato nella lentezza dei movimenti ed era anche molto dimagrito. Purtroppo però ora si sente peggio. Potete consigliarmi una terapia anche per quanto riguarda il fatto che si sente sempre molto debole? Grazie."
  "Salve,
la sospensione dell'anticolinergico, che potrebbe esser utile sopratutto per il tremore, non richiede necessariamente una sostituzione.
Per di più l'anticolinergico (Akineton) è un po' pericoloso da usare negli anziani perchè dà con una certa frequenza effetti collaterali e confusione mentale.
Forse la debolezza è causata dal progredire della malattia: per affrontarla ne parli con il neurologo per trovare le strategie farmacologiche e non.
Cordialità."
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74 - Il 9 agosto 2008 S.T. ha chiesto:
"Salve, mia nonna è ormai malata da anni, dal tremore è passata all'immobilismo totale, non ha accettato alcuna cura e da tre giorni da oggi non mangia più. Vive a casa col marito che si occupa di lei e che non vuol sentir parlare nemmeno di flebo, per alimentarla. La mia domanda è se questo è l'ultimo stadio e in poco morirà o se anche questa fase, se in qualche modo la si farà mangiare, potrà durare ancora? Ovviamente capisco che la risposta può essere solo orientativa , ma mi chiedo se dovremo aspettarci altro? Non so se la mia è una domanda stupida, nel qual caso mi scuso. Attendo una risposta, grazie comunque."
  "Salve,
anche negli stadi avanzati di malattia di Parkinson, l'aiuto dato dai medici con le terapie farmacologiche e i vari supporti messi in atto, permettono di prolungare a lungo la vita: allora, considerando la età avanzata dei pazienti, più che il Parkinson possono esser determinanti altre cause di aggravamento e altre malattie gravi.
Credo giusto sentire l'opinione di uno specialista del Parkinson e magari del geriatra; a volte una cura ben fatta migliora in modo spettacolare i pazienti che possono essere semplicemente disidratati e avere una infezione trattabile.
Quella che sembrava una crisi terminale, si può magari risolvere soddisfacentemente se si utilizzano cure intensive.
Si evita l'accanimento terapeutico quando non si insiste nelle cure complesse nella fase in cui siamo del tutto sicuri che non c'è più spazio per terapia e supporti efficaci; ma per gestire al meglio questa fase delicata ci dev'essere una consapevolezza condivisa da parte di familiari (e dei sanitari).
Cordialità."
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73 - Il 9 agosto 2008 G.M. ha chiesto:
"Buongiorno dottore. A mia madre (75 anni) è stata diagnosticata la malattia nel 2000, fino ad allora è sempre stata curata per diagnosi ansioso-depressiva. Inizialmente con Mirapexin (0,7+0,18 3 volte/die) successivamente integrando con Stalevo (100/25) 2 cp al dì, poi 3 cp al dì, fino alla posologia odierna di 4 cp di Stalevo/die e 3 cp di Mirapexin (0,7) (alla sera 7 gocce di Rivotril). Vorrei sapere come mai alle volte la risposta al farmaco è accettabile e altre volte (forse in momenti in cui è più stanca o è più sconfortata) compare il fenomeno del freezing, esattamente come se non avesse assunto la Levodopa? Inoltre la notte (tra le 24 e le 6-7 del mattino) ha numerosi risvegli (3-5) con tremore alle gambe e crisi di pianto. Che atteggiamento devo usare? Posso esortarla a tenersi a galla con forza o la devo compatire?"
  "Salve,
quando la risposta al farmaco è imprevedibile e vi sono momenti di blocco motorio non legati alla cessazione dell'efficacia del farmaco per l'allontanarsi dal momento dell'assunzione, abbiamo il fenomeno della fase off . Si associano spesso fastidiosi fenomeni di varia natura nella notte come lei descrive.
Questo quadro accade tipicamente dopo più di 5 anni dall'inizio dell'assunzione della levodopa indicando che siamo in una fase di malattia un pò avanzata, in cui abbiamo problemi con i farmaci.
I fattori psicologici possano influenzare le manifestazioni cliniche e a volte si osserva un peggioramento del cammino e del tremore e la comparsa di fasi off per cause apparentemente banali, quali la visita di un amico, una cena fuori casa e un generico stato di tensione emotiva o una situazione di stress di qualunque natura.
Il malato deve essere rassicurato, informandolo che i vari fenomeni sono ben conosciuti e dovuti alla malattia, che terapia può esser aggiustata con l'aiuto dello specialista, che non esiste pericolo per la sua vita, che il decorso della malattia è molto lento.
Se esistono vere difficoltà di relazione nell’ambito famigliare, potremo richiedere l’intervento dello psicologo, presente in certi Centri Parkinson o l'aiuto di associazioni laiche dedicate a questi malati e alle loro famiglie.
Cordialità."
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72 - Il 30 luglio 2008 R.S. ha chiesto:
"Salve Prof.
La disturbo per chiedere informazioni su mio padre ha 54 anni malato di Parkinson da 6 anni e depresso da almeno 15 anni.
Mio padre non presenta tremori, ma ha problemi nel camminare in quanto presenta rigidità degli arti inferiori che a tratti si bloccano, presentando quindi fasi di on e fasi di off.
Il problema si è un pò amplificato un mese fà quando prendeva una pillola di Stalevo mattina e sera e 6 di Mirapexin 0,7 2 mattina,2 pomeriggio e 2 sera, settimana scorsa il dottore ha deciso di cambiare il farmaco sostituendo il mirapexin con un pillola di Requip 4mg al giorno. In una settimana ha diminuito gradualmente il mirapexin fino a stamattina quando ha assunto il Requip.
Domando: la cura è appropriata? Se si in quanto tempo e quanto giovamento in più può portare il Requip? Per quanto tempo potrà ancora vivere dignitosamente?
Mi scuso per le tante domande e la ringrazio infinitamente per il Suo supporto.
Grazie Buon Lavoro"
  "Salve,
la malattia di Parkinson è evidentemente in uno stadio non più iniziale (intermedio) con i classici fenomeni on-off (con improvvisa e non spiegabile perdita di efficacia della terapia).
A questo punto non è facile gestire la terapia farmacologica, ma si tenta con alcune strade a
volte di parziale successo.
Il cambiamento del dopamino agonista (Requip al posto di Mirapexin) è una di queste strade.
In genere si cerca di sostituirlo con dosi equivalenti ed in genere si usano più somministrazioni nella giornata, come avviene per lo Stalevo.
E' difficile rispondere in modo preciso alle sue domande (il neurologo curante sicuramente può esser più dettagliato), ma possiamo dire che, non essendo il paziente in fase decisamente avanzata, ci sono ancora molte opzioni terapeutiche da utilizzare.
Cordialità."
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71 - Il 29 luglio 2008 C.B. ha chiesto:
"Egregio prof Bassi, mio padre era in cura con Sinemet 100+25 fino a qualche settimana fa, fino a quando in farmacia ci hanno comunicato una carenza del medicinale.
Sentita la casa farmaceutica che lo produce, ci hanno detto che probabilmente la produzione e la nuova messa in commercio riprenderà a fine luglio.
Il medico ha prima prescritto a mio padre di prendere Sinemet 250 + 50 ma subito dopo ha cominciato ad avere oltre a difficoltà di movimento anche squilibri che prima non ha mai avuto: allucinazioni e manifestazioni paranoiche.
Un altro neurologo (dato che il suo nel frattempo era andato in ferie) ci ha prescritto il Madopar, che sta prendendo ormai da più di 10 giorni, prima sembrava andasse bene, ma da due giorni le manifestazioni allucinatorie e paranoiche stanno continuando.
Avrebbe qualche consiglio da darmi, per favore?
Grazie, "
 

"Salve,
Credo che il farmacista o il neurologo la possano aiutare in questo frangente.
In ogni caso le manifestazioni allucinatorie verosimilmente dipendono da un aumento complessivo che c'è stato della levodopa somministrata. Basterebbe diminuire un po' le dosi in uso di Sinemet o Madopar fino alla scomparsa del fenomeno.
Dovrebbe essere disponibile il farmaco generico
CARBIDOPA/LEVODOPA/100-25 ( TEVA ).
Si potrebbe anche utilizzare mezza compressa di Sinemet da 250+25 però tenendo presente che in tal caso caso c'è differenza. In mezza cpr ci sono 125 mg di levodopa (25mg in più) e 12,5 di carbidopa (cioè mezza dose).
In alternativa il prodotto che più somiglia al Sinemet 100 è il Sirio 100, ma attenzione che si tratta di melevodopa non levodopa, con profilo cinetico leggermente diverso.

Invio questo documento della ditta produttrice, la MSD, azienda
produttrice del Sinemet:
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In data 4 luglio 2008, Merck Sharp & Dohme Italia ha comunicato all'AIFA di non essere in grado, a causa di ritardi nei processi produttivi internazionali, di assicurare la regolare fornitura del SINEMET 100 mg + 25 mg per le 3 settimane successive. "Ci rendiamo conto che ciò potrebbe comportare un notevole disagio per Lei e per i Suoi pazienti e, pertanto, sarà nostra cura informarLa tempestivamente non appena le problematiche relative alla produzione saranno risolte".
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Cordialità."

C. B. ha formulato una nuova domanda:
"Gentile prof. Bassi, tempo fa Le avevo scritto per chiedere un consiglio per la situazione di mio padre, malato di Parkinson da 8 anni.
Le riscrivo per chiederLe se mi può dare ancora un consiglio su questo problema.
Mio padre ultimamente ha dolori muscolari alle ginocchia e alle gambe, so che questo può dipendere dalla malattia. Il medico curante non ha voluto dargli nessun medicinale per il dolore, ma dato che ha dolori molto forti ultimamente gli abbiamo dato delle compresse di Gladio 100 mg, un antinfiammatorio non steroideo e antireumatico. Volevo chiederLe se questo può essere un farmaco adatto alle sue condizioni oppure se ha un altro suggerimento da potermi dare.
Grazie in anticipo, distinti saluti"
  "Salve,
Gladio, un farmaco FANS, sintomatico antiinfiammatorio e antidolorifico, non presenta particolari problemi per il paziente parkinsoniano:il profilo do sicurezza del farmaco è buono , anche se ovviamente va assunto sotto controllo medico.
Direi che è un ottimo farmaco in questi casi e può essere somministrato al bisogno.
Va detto piuttosto che i dolori muscolari o articolari, anche se previsti nel Parkinson, vanno puntualizzati per escludere altre patologie, magari una artrosi delle ginocchia, e trattati anche con altri approcci (vedi radiografie, valutazione ortopedica e sopratutto del fisiatra, che potrebbe proporre un trattamento riabilitativo, e mobilizzazione, fino alle terapie fisiche.
Molti auguri."