Il neurologo prof. Renzo Bassi risponde alle vostre domande
(371 - 375; 24 giugno - 23 agosto 2015).
375 - Il 23 agosto 2015 G.C. ha chiesto:
"Chiarissimo Dottore,
mi scuso per il disturbo ma, avendo avuto notizia del Suo impegno, mi permetto di disturbarLa. Sono un sacerdote che deve prendersi cura della propria mamma, di anni 85.
Dopo una vita di sacrifici e il dolore per aver perso un figlio in un incidente stradale, un intervento di tumore del proprio marito, mamma, a partire dai primi del 2000 ha iniziato un periodo sempre più delicato.
Affetta da disturbi tiroidei, Diabetica insul-trattata, ha iniziato a manifestare problemi di deambulazione sempre più seri; ha fatto un intervento di protesi al ginocchio, ma la sua deambulazione è sempre stata più delicata, anche a causa del suo peso.
Ha avuto sempre più perdite di memoria fino ad avere un mancamento; da lì un breve ricovero in un reparto di Medicina; successiva consulenza geriatra (della quale trova in allegato il certificato e, dietro consiglio della geriatra, consulenza con il Dottor Xxxx (in allegato anche il suo referto). Il dottor Xxxx ha individuato in mamma un Parkinson Vascolare.
Da quella visita il quadro è andato sempre più a peggiorare. Premetto che il Tredici Gennaio 2014, in seguito a caduta, si è fratturata il femore: dopo dieci giorni di ricovero in un ospedale veniva dimessa con una piaga da decubito nel tallone e una in zona sacrale. Ad oggi quella del tallone è guarita e quella sacrale molto ridotta. A causa di questa abbiamo dovuto interrompere la fisioterapia.
In questi ultimi due mesi si stanno accentuando grossi problemi nel deglutire: trattiene sempre più la saliva, che poi fuoriesce senza che si renda conto: trattiene il cibo in bocca; l'acqua la trattiene e dopo parecchio la risputa senza rendersene conto: parla sempre di meno e con una voce che sembra dall'aldilà: confonde realtà con passato o fantasie.
Mi dicono che questo è il decorso della malattia e mi stanno preparando alla nutrizione forzata. Mi fa tanta paura; le ho allegato anche il quadro della Terapia. Domando: non esiste nessun farmaco in grado, almeno, di rallentare questo disastro? Non si può veramente nulla? Come comportarsi?
Mi perdono per il preziosissimo tempo che Le ho rubato e per il fastidio; spero mi capisca: vorrei il meglio non solo per mamma; ho bisogno di sapere che di meglio non si può perché viva con dignità.
Grazie e scusi tanto. Grazie per quanto fa e dona con amore.
Un abbraccio."
  "Salve,
in primis è necessaria una rivalutazione-bilancio neurologico essendo la visita neuro di 2 anni fa. Mi par che il deterioramento cognitivo sia marcato e quindi necessita di test neuropsicologici con completa routine ematochimica, meglio se in un centro Alzheimer. Non escludo che forse parte dei sintomi possano essere in relazione ai farmaci in uso -vedi tremori- bifril e rallentamento Seroquel.
Se possibile fare una risonanza del cervello.
Tener controllati bene diabete, pressione, i fattori di rischio vascolare. Attenzione ai problemi di disfagia e possibile inalazione di saliva-cibi con infezione dei polmoni.
La presenza di gravi pluripatologie rende difficili le terapie e problematica la prognosi.
Cordialità."
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374 - Il 12 agosto 2015 E.C. ha chiesto:
"Egr. Prof. Bassi ...
mio padre, 71 anni, parkinsoniano da 7 anni, in cura con Madopar 125 1 cp: h. 8 e poi a seguire mezza cp ogni tre ora fino alle 19. Ha avuto un peggioramento tra luglio e agosto. Lamenta sempre calore alle gambe, infatti a volte i muscoli sono bollenti. Ora soffre di insonnia grave . La notte cammina irrefrenabilmente in casa, andando spesso in bagno a svuotare la vescica, anche per poche gocce di urina. La sera assume Seroquel 1cp e mezza più Pineal Retard Notte. L'effetto è per qualche ora. Ho letto della sindrome gambe instancabili e vescica reattiva. Mio padre pare abbia tutti i sintomi. Non dorme da mesi e noi tutti con lui.
Grazie, cordialità."
  "Salve,
è probabile che il papà soffra di sindrome delle gambe senza riposo, disturbo piuttosto frequente specie nei malati di Parkinson e non raramente ereditario.
Si hanno sensazione di irrequietezza nelle gambe tipo formicolii, spiacevoli, mal descrivibili, necessità di muoverle, di camminare e di metterle al fresco. Il sonno viene molto disturbato.
Il tentativo di svuotare la vescica è probabilmente causato dal desiderio di muoversi e fare qualcosa essendo risvegliati.
Il caldo acuisce il disturbo: utile tenere fresca la stanza da letto. Ci sono farmaci che alleviano molto.
Non si sa se la causa sia legata al Parkinson stesso o ai farmaci antiparkinsoniani come il Madopar o a carenza di ferro, anemia o neurite.
Utile parlarne con lo specialista neurologo che vi segue, probabilmente esperto in disturbi del movimento (sia Parkinson che gambe senza riposo) il quale vedrà se modificare la terapia, prescrivere esami del sangue o altri esami , dando altri consigli specifici.
Cordialità."
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373 - L'8 luglio 2015 E. ha chiesto:
"Sono una donna di 51 anni affetta dal Morbo di Parkinson dall'anno 2008; solo oggi mi sono accorta di una serie di coincidenze. Dall'anno 2004 abito in una via laterale del centro città ove a poche decine di metri passa un binario ferroviario per trasporto merci.
Data la presenza di un vicinissimo passaggio a livello il convoglio si ferma almeno quattro o cinque volte o più al giorno sotto le finestre di alcuni palazzi, fra i quali il mio, dove risiedono, da più tempo di me, altre due persone affette dalla mia stessa patologia e nel palazzo di fronte a poche decine di metri altre due.
Senz'altro c'entra la familiarità oppure è colpa di una sfortuna coincidenza, ma non si potrebbe anche pensare ad avvelenamento da polveri sottili o cosa altro.
Data la convivenza con me di mio figlio dell'età di ventitré anni vorrei essere sicura di poter continuare tranquillamente a risiedere ove ad oggi abbiamo vissuto.
Colgo l'occasione per ringraziarLa anticipatamente e salutarla distintamente."
  "Salve,
non credo sia razionale al momento pensar a responsabilità della ferrovia x malattia di Parkinson.
Tuttavia può far segnalazione alla Usl settore prevenzione.
Cordialità."
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372 - L'8 luglio 2015 S.B. ha chiesto:
"Egregio Prof. Bassi,
sono un pensionato di 67 anni e da alcuni mesi noto un leggero tremolio alla mano sinistra. Un fenomeno non costante che si manifesta soprattutto quando tendo il braccio.
Quali accertamenti diagnostici dovrei fare?
Grazie per l'attenzione,
cordiali saluti."
  "Salve,
quando il tremore compare in posizioni particolari -posture- è poco probabile che si tratti di morbo di Parkinson. Prenderei in considerazione che si tratti di un tremore senile/familiare o magari da farmaci.
Sono indispensabili tutti gli esami del sangue comprese le prove della tiroide ed una visita neurologica. Il neurologo poi deciderà cosa fare e che esami chiedere.
Cordialità."
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371- Il 24 giugno 2015 E. ha chiesto:
"Egr. Prof. Bassi ...
mio padre oggi 79 anni, ha manifestato i primi sintomi della malattia di Parkinson a metà del 2013. Ha iniziato però a curarsi solo da gennaio 2015.
Si sta manifestando con: rigidità, passo lento, ginocchia piegate, tremore direi molto limitato (è ancora in grado di guidare l'auto), spesso deglutisce tossendo, scrittura rimpicciolita. Lavora ancora e legge tanto. Questo mi da comunque da pensare che la malattia è sorta molto prima del 2013.
La mia domanda è la seguente: Non capisco, il termine che spesso leggo su vari siti via internet e cioè: La durata della malattia si può aggirare attorno ai 7 /10 anni. Perdoni la mia ignoranza in merito, ma questo sta a significare che dopo questi anni il paziente si immobilizza completamente? Se è così si intende dal sorgere della malattia (che quindi non si può sapere con certezza quando) o dalle manifestazioni evidenti , come sopra descritte?
Attendo cortese riscontro , la ringrazio e porgo i miei più cordiali saluti."
  "Salve,
mi par che qualcuno effettivamente ha scritto in passato che la durata della malattia può durare da 7-10 anni. Non sta a significare che poi ci si immobilizzi completamente: le cure sono piuttosto efficaci e combattono bene le manifestazioni della malattia. Altri scrivono che la malattia dura ben più di 10 anni: così penso io. Le caratteristiche di una malattia e la sua durata sono molto varie ed ampie e dipendono da molti fattori. La malattia insorge in effetti molti anni prima che i sintomi e la diagnosi appaiono evidenti e si protrae per più decenni. In internet si trova di tutto e purtroppo non c'è un filtro di accuratezza. Ci sono però i medici e gli specialisti del settore con cui parlare e confrontarsi sulle domande e dubbi presenti.
Cordialità."