Il neurologo prof. Renzo Bassi risponde alle vostre domande
(391 - 395; 8 agosto - 7 dicembre 2017).
395 - Il 7 dicembre 2017 X.X. ha chiesto:
"Salve Professore.
Mio padre soffre della sindrome del Parkinson da quattro anni. Prende il madopar e memantine, da qualche giorno gli è stato aggiunto akineton 4 mg 1 cmp la mattina e 1/2 la sera.
Sono però subentrate le allucinazioni e l'insonnia. Che bisogna fare? Grazie.”
  "Salve,
sembrerebbe che allucinazioni e insonnia siano comparse dopo l'aggiunta di Akineton. Può ben essere quindi che questi disturbi siano dipendenti dall'akineton, come viene segnalato.
Peraltro anche gli altri farmaci: madopar e memantina possono causare allucinazioni , se non insonnia.
La stessa malattia di Parkinson può esserne la causa. Stante questo problematica farmacologica complessa è bene esaminarla con lo specialista che vi segue per adottare scelte di terapia adeguata, soprattutto alla luce dei fatti nuovi, Ho fiducia si possano vedere miglioramenti.
Cordialità."
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394 - L'11 novembre 2017 D.C. ha chiesto:
"Egr. Prof. Bassi,
a mio fratello di 78 anni nel 2008 è stata diagnosticata una paraparesi spastica ereditaria SPG 7 e nel 2010 gli è stato diagnosticato dal dipartimento di scienze neurologiche dell’Università di X “Parkinsonismo in paziente affetto da paraparesi spastica”.
Da circa 6 anni assume i seguenti farmaci:
-Madopar 200 +50 mg 4 volte al giorno
-Losartan 100 mg 1 volta al giorno
-Eutirox 50 mg 1 volta al giorno
Negli ultimi 2 anni, soffre di allucinazioni notturne sempre più frequenti e gravi (accusa i parenti e chi gli sta intorno di picchiarlo e di volerlo uccidere).
Poiché tra gli effetti collaterali del Madopar ho letto che c’è anche la possibilità di allucinazioni, Le chiedo se sia possibile sostituire il farmaco o, addirittura, eliminarlo.
Faccio presente che mio fratello è totalmente allettato, ma che riesce tranquillamente a mangiare e bere, anche se imboccato.
In attesa di una Sua gradita risposta, La ringrazio e La saluto cordialmente."
  "Salve,
in linea teorica è possibile sostituire il Madopar ma c'è pure l'opzione di eliminarlo se i sintomi parkinsoniani non sono gravi.
Difficile assai la valutazione a distanza: ma considero che voi siete seguiti in un centro neurologico di grande autorevolezza. Conviene quindi ne discutiate apertamente con i medici del centro, che credo daranno una esauriente risposta e faranno scelte ottimali per il vostro paziente.
Cordialità."
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393 - Il 3 novembre 2017 X.X.. ha chiesto:
“Egr. Prof. Bassi, ho 42 anni e questo aprile mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson.
Mi tratto con terapie alternative ma dopo una crisi emozionale che mi comportò anche un aumento dei sintomi ho iniziato da 13 giorni a prendere il sinemet 100+25 mezza pasticca dopo i tre pasti per passare a una intera fra due giorni.
Questa terapia mi è stata mandata dal neurologo dopo che il requip mi ha provocato fortissimi effetti indesiderati.
La verità è che in condizioni normali non tremo, è più la rigidità nel collo, faccia e e spalle.
Vorrei tornare a trattarmi solo con terapie alternative e per questo voglio sapere il modo migliore per mollare il sinemet in modo sicuro, restando senza nessun trattamento farmacologico.
Grazie.”
  "Salve,
fidandomi di quello che dicono gli studi seri e le linee-guida internazionali, non amo molto le terapie alternative. soprattutto quando abbiamo, per quella specifica malattia, dei buoni farmaci.
Il Sinemet è un ottimo farmaco: ci pensi bene prima di abbandonarlo.
Casomai se la diagnosi è incerta si può sentire una seconda opinione di un neurologo esperto nel Parkinson e disturbi del movimento.
Se proprio pensa di mollare il farmaco, lo faccia gradualmente: se il Parkinson non è avanzato, non mi aspetto seri problemi da sospensione.
Cordialità."
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392 - Il 9 settembre 2017 C.M. ha chiesto:
"Egr. Prof. Bassi,
sono la figlia di una malata di Parkinson di 67 anni e Le scrivo per chiederle un parere.
Mia mamma ha scoperto la malattia nel 2010 e fino allo scorso anno è stata discretamente bene. Nell'ultimo anno è peggiorata molto.
La terapia di mia mamma fino al 10 agosto era:
Mirapexin 1 cp 2,1 mg/giorno
Azilect 1 cp/ giorno
Sinemet 1 cp ogni 2,15 ore
Dal 10 agosto a causa di allucinazioni visive ed uditive il neurologo le ha dimezzato il Mirapexin.
Il problema è che anziché migliorare abbiamo notato un notevole peggioramento motorio (è caduta già due volte) e mentale (all’imbrunire iniziano le allucinazioni).
Il problema maggiore è dovuto a questo "delirio" serale che scombussola lei e tutti noi. Dice di vedere delle persone sul suo letto e non riconosce più la casa, ma la cosa peggiore è che diventa aggressiva nei confronti di mio papà che la segue giorno e notte. Di notte dorme poco e di conseguenza anche noi familiari.
Al mattino si scusa con noi rendendosi conto di ciò che è accaduto la sera precedente.
Siamo consapevoli che questo problema è dovuto alla malattia e al suo peggioramento, ma c'è qualcosa che possiamo fare per aiutare mia mamma?
Secondo Lei è necessario rivedere la terapia? Il dimezzamento del mirapexin non avrebbe dovuto migliorare le allucinazioni?
La prossima settimana sentiremo nuovamente il neurologo, ma Le sarei grata se potesse fornirci la Sua opinione.
La ringrazio anticipatamente per qualsiasi consiglio Lei possa darci.”
  "Salve,
di fronte alle allucinazioni si usa ridurre la terapia antiprkinsoniana e/o asssumere un neurolettico (sedativo).
Nel vostro caso forse c'è spazio x ridurre ancora farmaci antiparkinson e iniziare il sedativo.
Nel Parkinson avanzato è frequente il disorientamento-confusione verso sera (ci può essere una sorta di demenza).
Va discusso col neurologo, van fatti tutti gli esami del sangue e come per le allucinazioni, va usata molta comprensione, pazienza e vicinanza.
Per migliorare le allucinazioni a volte non basta dimezzare uno dei 3 farmaci antiparkinson (ne è corresponsabile la malattia stessa).
Cordialità."
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391- L'8 agosto 2017 A.L. ha chiesto:
“Egr. Prof. Bassi ...
Buongiorno, la mia domanda riguarda mio suocero che ormai si trova in uno stadio avanzato della malattia di Parkinson. Di conseguenza ha difficoltà a deglutire e difficoltà respiratorie, tra cui anche frequenti e prolungati casi di apnea. La mia domanda è: in questi caso può essere utile un ventilatore per la respirazione notturna ( mio marito lo usa perché anche lui soffre di apnee notturne)? È inoltre quando è il caso di passare dal alimentazione normale al sondino?
Grazie per la sua disponibilità!”
  "Salve,
la presenza di difficoltà alla deglutizione, difficoltà respiratorie e apnee sono eventi gravi ben conosciuti nel decorso della malattia di Parkinson, che impongono decisioni difficili quali porre una PEG( sondino nello stomaco per l'alimentazione) e usare eventualmente
un respiratore o un sistema x aiutare a respirare e tossire . Gli specialista lo sanno bene e sono attrezzati a studiare se il caso o meno di fare questi passi o almeno dare una terapia farmacologica efficace .
Sicuramente sono attrezzati i maggiori centri Parkinson delle grandi città e quelli segnalati dalle associazioni laiche di parkinsoniani.
Cordialità."