Il Parkinson è una condizione
profondamente personale e, come spiega il Dott. Martinez Castrillo,
per garantire il successo di trattamenti quali la DBS, la persona
deve essere bene informata per operare decisioni consone alle
proprie necessità individuali.
"Alcuni trattamenti - soprattutto la DBS - non devono
essere considerati come 'l'ultima spiaggia' poiché si
osservano benefici maggiori nei soggetti che li sperimentano
prima".
Esistono tanti tipi di Parkinson quante sono le PCP. Ognuno vive
la propria condizione in modo unico e personale, come l'abito
cucito da un sarto. Di qui l'impossibilità di scrivere
un articolo che rifletta le circostanze e il profilo della malattia
di ciascuno. Tuttavia, è possibile esaminare il trattamento
del Parkinson a partire da tre tipi di sintomi e tre stati terapeutici;
ed è vitale per le PCP individuare la propria esperienza
e attuale gestione della malattia per valutare le mosse successive.
Le persone con Parkinson tendono a manifestare tre tipi di sintomi:
quelli che rispondono alla terapia orale, ad altre terapie dopaminergiche
e alla stimolazione profonda del cervello (DBS), come la bradicinesia
e la rigidità; quelli che, a volte, danno una scarsa risposta
alla terapia orale, ma rispondono bene alla DBS come il tremore;
e quelli che non rispondono affatto alla terapia, come l'instabilità
posturale o i disturbi cognitivi.
Le PCP possono inoltre essere classificate in base a tre stati
terapeutici: quando il trattamento funziona sempre (normalmente
sono i primi cinque anni, spesso definiti 'luna di miele'); quando
il trattamento funziona qualche volta (ma a volte anche con effetti
indesiderati, come spiegato di seguito); e quando il trattamento
non funziona quasi mai, per esempio quando Levodopa smette di
funzionare e le persone non traggono sollievo da altri trattamenti.
In questa fase, le PCP spesso temono di avere esaurito le scelte
di trattamento.
'ON' O 'OFF'?
Varie regolazioni del dosaggio sono necessarie per le PCP il
cui trattamento fuziona qualche volta (nel così detto
stato 'on' della malattia), ma altre volte per niente (stato
'off'), o il cui trattamento funziona qualche volta, ma con effetti
indesiderati, quali discinesia o allucinazioni. È a questo
punto che alcune PCP possono diventare refrattarie al trattamento
farmacologico.
In questo periodo, può essere necessario attuare altre
strategie per migliorare la qualità di vita di alcune
PCP. In questa fase i pazienti possono trovarsi nella condizione
di dovere prendere delle decisioni difficili. L'informazione
assume pertanto una rilevanza cruciale. A volte riscontriamo
lacune informative non solo tra le PCP, ma tra gli stessi neurologi
generali, soprattutto nell'individuazione del momento più
idoneo per passare allo stadio terapeutico successivo. Questa
situazione può ritardare l'inizio di un trattamento efficace
e sicuro o, peggio ancora, chiudere la forbice di opportunità
per un suo utilizzo.
Le PCP per le quali il trattamento funziona alcune volte, ma
non altre (o per i quali funziona qualche volta, ma con effetti
indesiderati) possono scegliere tra tre opzioni di trattamento:
- DBS. Un trattamento biomedico che comporta l'impianto
di un sottile cavo isolato nel cervello (solitamente nel nucleo
subtalamico), collegato mediante prolunga a un piccolo dispositivo
denominato neurostimulatore (simile a un pacemaker), normalmente
impiantato sotto la pelle, nella zona toracica o addominale.
Il sistema è completamente impiantabile e invisibile dall'esterno.
- Apomorfina subcutanea. Una siringa collegata a una pompa
che somministra apomorfina attraverso un catetere attaccato a
un ago subcutaneo, che viene solitamente inserito nell'addome.
- Duodopa endointestinale. Una cartuccia di duodopa (Levodopa
e carbidopa in gel) collegata a una pompa esterna che somministra
il farmaco attraverso un catetere collegato a un altro catetere
posizionato nell'intestino digiuno. Questo trattamento richiede
un intervento di gastrostomia.
È importante che neurologi e infermieri discutano tutte
queste opzioni di trattamento con le PCP in modo da pervenire
alla scelta della terapia più adatta.
FACCIAMO LUCE SULLA DBS
Al momento di considerare la DBS è importante valutare
gli aspetti seguenti.
- Chi è il candidato giusto? Solitamente le persone
che soffrono di Parkinson da almeno cinque anni e che ottengono
una risposta buona, ma insufficiente a Levodopa; attraversano
problematici periodi 'off', discinesie o effetti collaterali
nonostante assumano varie combinazioni di farmaci; hanno meno
di 70-75 anni; non manifestano sintomi cognitivi. Circostanze
speciali riguardano le PCP con tremore severo; per queste, la
DBS rappresenta forse l'unica scelta.
- Quando si deve inziare la terapia DBS? Per ottimizzare
i risultati della terapia DBS, è importante che il trattamento
venga iniziato entro la giusta 'forbice di opportunità'.
Questa forbice inizia quando i sintomi creano problemi al malato
nonostante l'ottimizzazione della somministrazione farmacologica.
Con il passare degli anni e il progredire della malattia, i potenziali
benefici della terapia DBS iniziano a diminuire, mentre aumentano
i rischi associati. Inoltre, le PCP, la cui interazione sociale
è deteriorata eccessivamente in conseguenza dei loro sintomi,
fanno più difficoltà a tornare a partecipare alla
vita quando scoprono che la DBS può aumentare la loro
mobilità e indipendenza.
- Che cosa può e che cosa non può fare la DBS?
La DBS può aiutare le persone con Parkinson a prolungare
i periodi di sollievo dai sintomi motori, aumentare il numero
di ore trascorse senza i sintomi della malattia, ridurre quantità
e durata delle discinesie e mantenere un miglioramento dei sintomi
motori a lungo termine, anche dopo cinque anni. Inoltre, la DBS
può ridurre la quantità di farmaci anti-Parkinson
assunti (in molti casi della metà circa), offrire un certo
sollievo dai sintomi non motori, quali disturbi del sonno e dolori
causati dalle discinesie, migliorare la mobilità e l'abilità
di svolgere le normali attività quotidiane, consentendo
alla persona di riconquistare indipendenza, e migliorare la qualità
di vita di chi soffre e di chi assiste. La DBS può anche
fornire una stimolazione continua ed essere programmata e regolata
in base alle specifiche esigenze individuali; è reversibile
e può essere disattivata e rimossa; inoltre è completamente
impiantabile e invisibile.
Tuttavia, è importante chiarire che la DBS non cura la
malattia (come tutte le attuali terapie per il Parkinson, può
solo aiutare a gestire i sintomi) o non migliora i sintomi motori
refrattari al trattamento con Levodopa. Ad oggi, oltre 75.000
pazienti in tutto il mondo si sono sottoposti alla DBS e i Centri
specializzati nel trattamento sono oltre 160 nella sola Europa.
INFORMAZIONI PER TUTTI
La malattia di Parkinson è diversa per ogni individuo
e l'approccio di trattamento corretto varia da persona a persona.
Tuttavia, è importante che alcuni trattamenti - soprattutto
la DBS - non siano considerati come 'l'ultima spiaggia', poiché
i benefici maggiori si osservano proprio nei soggetti che li
sperimentano prima.
Un gruppo di esperti della malattia di Parkinson ha sviluppato
una guida denominata programma CARE* per promuovere l'informazione
tra le PCP e aiutarle a decidere in merito alla DBS. È
importante che discutano tutte le opzioni di trattamento con
i loro neurologi; e - se sono bene informati - possono avere
le conoscenze necessarie a operare le decisioni migliori per
le loro esigenze individuali.
Le persone con Parkinson interessate alla DBS dovrebbero discutere
a fondo questi aspetti con un neurologo esperto nella terapia.
Inoltre, andrebbero discussi i potenziali rischi e vantaggi associati
a un Parkinson non trattato, ai farmaci anti-Parkinson e ad altri
tipi di chirurgia.
Il Dott. Martinez Castrillo è specialista nei disturbi
del movimento presso il Ramón y Cajal Hospital di Madrid,
Spagna.
*I programmi CARE sono stati sviluppati da un gruppo multidisciplinario
di medici con il supporto di Medtronic. Medtronic ha sviluppato
la stimolazione cerbrale profonda in collaborazione con i più
importanti medici europei nel 1987. Per ulteriori informazioni,
contattate il vostro neurologo o visitate il sito: www.epda.eu.com/medinfo/dbs.
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