Un importante passo avanti nell'ecografia cerebrale per le persone con sintomi del Parkinson.
Da: EPDAPLUS Primavera 2010 - num. 13
(
www.epda.eu.com)
This article has been provided with the kind permission of the European Parkinson’s Disease Association.
Questo articolo è pubblicato con il cortese permesso dell'EPDA (European Parkinsons's Disease Association).


Secondo un nuovo studio, l'utilizzo di tecniche diagnostiche avanzate per l'esame del cervello può aiutare a determinare se una persona affetta dai sintomi del Parkinson manifesti in realtà un disturbo neurologico di tipo diverso.
I medici hanno sempre avvertito che alcune condizioni mediche, quali l'atrofia multisistemica e la paralisi sopranucleare progressiva, sono spesso difficili da diagnosticare perché i segni distintivi - compresi tremori e movimenti lenti - sono simili a quelli del Parkinson.
Oggi, tuttavia, i ricercatori americani hanno scoperto che la PET (tomografia a emissione di positroni), ossia l'esame che mostra l'attività cerebrale, può aiutare a determinare quale delle tre forme di Parkinsonismo colpisce i malati.
La nuova ricerca, pubblicata nella rivista The Lancet, ha monitorato 167 persone sottoposte a PET per due anni. I ricercatori hanno scoperto che il 98% delle persone risultate positive alla malattia di Parkinson erano state correttamente diagnosticate, rispetto al 97% nel caso dell'atrofia multisistemica e al 91% della paralisi sopranucleare progressiva.
"Una diagnosi precoce e accurata dei disturbi parkinsoniani è importante per varie ragioni" scrivono i ricercatori. "In primo luogo, le prognosi per i vari disturbi sono molto diverse: la malattia di Parkinson idiopatica non riduce sostanzialmente la durata di vita del paziente, mentre l'aspettativa di vita nel caso dell'atrofia multisistemica e della paralisi sopranucleare progressiva è tipicamente di qualche anno dalla diagnosi.
"In secondo luogo, alcuni trattamenti producono risultati diversi: ad esempio, la stimolazione cerebrale profonda risulta normalmente efficace nei pazienti con Parkinson idiopatico, ma non in quelli con parkinsonismo atipico.
"La classificazione automatizzata per immagini è caratterizzata da un'elevata specificità nel distinguere tra i vari disturbi parkinsoniani e potrebbe aiutare a selezionare il trattamento nelle fasi iniziali della malattia e a individuare i soggetti più adatti a partecipare agli studi clinici."

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