L'enigma della caffeina.
Da: EPDAPLUS Estate 2010 - num. 14
(www.epda.eu.com)
This article has been provided with the kind permission of the European Parkinson’s Disease Association.
Questo articolo è pubblicato con il cortese permesso dell'EPDA (European Parkinsons's Disease Association).


UNA TAZZA DI CAFFÈ SPECIALE?
Alcuni ricercatori hanno scoperto che caffè e sigarette possono proteggere il cervello dei moscerini affetti da una forma di Parkinson, ma i benefici non derivano dalla caffeina o dalla nicotina. Leo Pallanck, un neuroscienziato di Seattle, ha affermato che se il suo team di ricercatori riuscisse a identificare le sostanze responsabili di questo meccanismo di difesa del cervello, sarebbe possibile offrire per la prima volta un trattamento preventivo per il Parkinson. "Riteniamo che caffè e tabacco contengano delle sostanze veramente importanti" spiega il neuroscienziato.
L'ENIGMA DELLA CAFFEINA
La caffeina è al centro dell'interesse di un altro team di ricercatori. Questa sostanza, nota per la sua capacità di incrementare a breve termine il funzionamento mentale, potrebbe avere una rilevanza terapeutica nel trattamento preventivo di malattie quali Parkinson e Alzheimer.
Il consumo regolare di caffeina a lungo termine è stato associato a una ridotta incidenza di Parkinson e Alzheimer negli studi sull'uomo e una minore neurodegenerazione e disfunzione della memoria negli animali, secondo i neuroscienziati portoghesi Alexandre de Mendonça e Rodrigo A Cunha.
"Siamo disperatamente alla ricerca di una cura, ma sarei molto cauto sul consumo di otto tazze di caffè al giorno per prevenire la malattia" commenta il neurologo americano Marsel Mesulam. "Si tratta di ipotesi interessanti dal punto di vista scientifico e chimico, ma non ancora traducibili nella pratica".
Recentemente sono stati pubblicati oltre 20 studi internazionali sulla correlazione tra caffeina e disturbi neurodegenerativi nel Journal of Alzheimer's Research, che ha dedicato un intero numero all'argomento.

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