Uno studio UE ha scoperto cinque
nuove varianti genetiche del Parkinson. La ricerca da 2,7 milioni
di è stata finanziata in parte dalliniziativa
NEURON (Network of European Funding for Neuroscience Research),
un gruppo di azione coordinata finanziato a sua volta nellambito
del Sesto Programma Quadro UE (FP6).
Alliniziativa NEURON hanno partecipato esperti provenienti
da Austria, Finlandia, Francia, Germania, Israele, Italia, Lussemburgo,
Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito. La ricerca è
stata recentemente pubblicata su The Lancet.
Tradizionalmente si riteneva che i fattori ambientali fossero
in gran parte responsabili del Parkinson. Dal 2007, tuttavia,
gli scienziati hanno individuato sei varianti genetiche
o loci che aumentano il rischio di sviluppare
la malattia. Questa nuova ricerca, daltro canto, ha scoperto
cinque altri loci, che suggeriscono poter essere i fattori genetici
piuttosto che quelli ambientali come ritenuto in passato
la causa principale della malattia.
Questo studio prova che la comune variazione genetica svolge
un ruolo importante nella causa del Parkinson, scrivono
gli scienziati. Abbiamo confermato una forte componente
genetica del Parkinson, che, fino a poco tempo fa, si riteneva
causato esclusivamente da fattori ambientali.
Essi concludono dicendo che lindividuazione di ulteriori
varianti a rischio comuni e rare per il Parkinson porterà
probabilmente a rivedere verso lalto le nostre stime sulla
componente genetica della malattia.
Il team di ricerca è giunto a queste conclusioni dopo
aver condotto quella che loro stessi descrivono come la più
ampia analisi genetica mai effettuata sul Parkinson. I ricercatori
hanno scoperto che il 20% dei pazienti con il maggior numero
di varianti a rischio negli 11 loci identificati avevano una
probabilità 2,5 volte maggiore di sviluppare il Parkinson
rispetto al 20% con il minor numero di fattori genetici di rischio.
Per quanto questo suggerisca sostanzialmente un rischio genetico
maggiore rispetto agli studi precedenti, gli autori avvertono
che questi profili di rischio non hanno ancora una validità
clinica. Tuttavia, essi affermano che i loro dati evidenziano
nuovi geni sui quali concentrare le future ricerche e descrivono
i loro risultati come un punto di partenza per ulteriori indagini
sulla fisiopatologia del Parkinson.
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