Alla ricerca di biomarcatori
Da: EPDAPLUS Estate 2011 - num. 16
(
www.epda.eu.com)
This article has been provided with the kind permission of the European Parkinson’s Disease Association.
Questo articolo è pubblicato con il cortese permesso dell'EPDA (European Parkinsons's Disease Association).


La Michael J Fox Foundation ha lanciato un importante studio sulla progressione del Parkinson.
La ricerca è la prima di questo genere e coinvolgerà 400 persone provenienti da cinque centri europei e 14 ospedali statunitensi.
Attualmente non esiste un metodo definitivo per misurare il modo in cui il Parkinson progredisce, rendendo difficile per i medici stabilire se un farmaco stia rallentando o bloccando l’avanzamento della malattia. Pertanto, lo studio arruolerà persone nelle fasi iniziali del Parkinson – prima di aver cominciato qualsiasi trattamento – nel tentativo di individuare eventuali biomarcatori della malattia. Michael J Fox ha osservato che questa ricerca è importante perché “migliori trattamenti non piovono dal cielo” e “nel cammino verso i risultati di cui abbiamo bisogno ci aspettano vere e proprie sfide”.
Biomarcatori affidabili e robusti per monitorare la progressione del Parkinson, ha aggiunto, migliorerebbero la cura del paziente, porterebbero a nuovi farmaci e aumenterebbero le nostre conoscenze sulla malattia.
I campioni prelevati dai partecipanti aiuteranno a scoprire ciò che avviene nell’organismo e comprenderanno dati sulle capacità motorie, campioni di sangue, urina e fluido spinale e scansioni del cervello. Questi dati saranno quindi usati sia da soli che in combinazione per monitorare la progressione della malattia. I partecipanti saranno confrontati con volontari sani e seguiti per un periodo compreso tra tre e cinque anni.
Oltre ai centri statunitensi, allo studio parteciperanno due centri di ricerca tedeschi, uno britannico, uno italiano e uno austriaco.
Fino ad oggi, la Michael J Fox Foundation ha investito quasi 35 milioni di € in studi per l’individuazione di biomarcatori del Parkinson.

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