In teoria, gli studi clinici
sul Parkinson rappresentano il veicolo perfetto per accelerare
un cambiamento progressivo. In pratica, sono diventati vittima
della loro stessa malattia degenerativa. Tom Isaacs spiega
in che modo le persone con Parkinson e le loro organizzazioni
possono offrire un contributo al sistema a vantaggio di tutti.
A scuola ero uno di quelli
che nei giudizi degli insegnanti trovavano frasi del tipo "Tom
si impegna molto, ha grandi potenzialità, ma il risultato
degli esami è deludente". All'epoca gli esami erano
la cosa più importante. La valutazione continua non esisteva
e la maggior parte del mio impegno scolastico andava sprecato
perché non ero abbastanza veloce a rispondere alle domande
degli esami.
Noto straordinarie somiglianze tra la delusione dei miei risultati
accademici e gli studi clinici sul Parkinson. Anche in questo
caso, le potenzialità non producono risultati e il progresso
è ostacolato da inutili ritardi che inficiano l'ottimo
lavoro condotto fino a quel momento perché si attribuisce
troppa importanza ai singoli eventi.
A differenza dei miei esami, tuttavia, la rapidità del
processo dello studio clinico non ha alcun peso sulla valutazione
del successo complessivo. Al contrario, il successo viene misurato
solo in termini di efficacia e sicurezza. A fronte di ciò,
tale misurazione sembrerebbe corretta, eppure né l'efficacia
né la sicurezza possono essere considerate scienze esatte.
La loro valutazione soggettiva si basa per definizione su un
gran numero di variabili che rendono gli errori statistici e
i falsi risultati troppo probabili per ritenerli accettabili.
In che modo, dunque, è possibile rimediare a questa situazione?
Sembrerebbe quasi che lo stesso processo dello studio clinico
sia diventato vittima di una malattia, lenta, degenerativa e
incurabile.
Ritengo che la maggior parte delle risposte debbano essere cercate
tra noi - le persone con Parkinson (PCP) - e all'interno delle
organizzazioni che ci sostengono (come l'EPDA). È la nostra
voce che può instillare un senso di urgenza. Inoltre,
è attraverso il nostro coinvolgimento attivo e le nostre
azioni che potremo portare più coerenza, credibilità
ed efficienza al sistema degli studi clinici.
Di recente, il mondo del Parkinson ha ribollito di nuove scoperte
che prospettavano terapie in grado di modificare la malattia.
Eppure troppo spesso questi bagliori di luce si sono trasformati
in frustrazione per ragioni che spesso non hanno nulla a che
vedere con la scienza stessa. Molti problemi riguardano aspetti
che noi, come consumatori, possiamo cambiare.
La tabella che segue mostra in che modo le PCP e le organizzazioni
dei pazienti possono contribuire a risolvere alcuni dei problemi
che attanagliano gli studi clinici.
Personalmente ritengo che la responsabilità di pervenire
a nuovi trattamenti debba essere egualmente condivisa dall'intera
comunità del Parkinson. Le PCP e le relative organizzazioni
devono modificare il proprio atteggiamento e offrire un contributo
costruttivo ai meccanismi del sistema degli studi clinici. Se
vogliamo migliorare questo sistema, tutti gli interessati agli
studi clinici devono collaborare come squadra e migliorare i
canali di comunicazione. Solo in questo modo i vantaggi mostrati
nella figura che segue potranno tradursi in realtà. Come
pazienti e organizzazioni di supporto, possiamo e dobbiamo fungere
da catalizzatori del cambiamento.
Tom Isaacs parlerà degli studi clinici al Congresso Mondiale
del Parkinson di Glasgow il 1° ottobre.
IN CHE MODO LE PERSONE
CON PARKINSON E LE ORGANIZZAZIONI DEI PAZIENTI POSSONO CONTRIBUIRE
A MIGLIORARE GLI STUDI CLINICI |
Problema |
Le persone con il Parkinson
dovrebbero: |
Le organizzazioni dei pazienti
dovrebbero: |
Rischio/beneficio degli studi
(approvazione etica) |
Partecipare ai comitati etici |
Comunicare con i membri |
Burocrazia generale/lungaggini |
Comunicare urgenze |
Comunicare con i membri |
Trasparenza/comunicazione |
Comunicare le proprie esigenze
all'industria |
Fungere da liason tra industria
e pazienti |
Viabilità degli studi |
Accrescere il profilo della malattia |
Allocare fondi e altre risorse |
Reclutamento, eterogeneità
e compliance |
Offrire volontariamente informazioni
e partecipare interamente agli studi |
Raccogliere dati e organizzarne
la diffusione |
Credibilità del prodotto
in studio |
Sostenere attivamente nuove iniziative
e innovazione |
Organizzare incontri con opinion
leader chiave |
Selezione dei protocolli degli
studi |
Partecipare attivamente al processo
formando gruppi di sostegno composti da esperti |
Aumentare il livello di partecipazione
e impegno negli studi scientifici |
Inaccessibilità del consumatore
(paziente) al fornitore (casa farmaceutica) |
Esigere l'accesso a maggiori informazioni |
Diventare uno snodo di comunicazioni
e informazioni per tenere insieme l'intera comunità del
Parkinson |
Misurazione dei risultati degli
studi |
Cercare di fare comprendere la
propria condizione, raccontare le proprie esperienze ed esprimere
il proprio punto di vista in merito alla descrizione dei cambiamenti
nella qualità di vita |
Stabilire e sostenere l'importanza
dei risultati riportati dai pazienti |
COMUNICAZIONE BIDIREZIONALE
E LAVORO DI SQUADRA NEGLI STUDI CLINICI: VANTAGGI PER TUTTI |
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