Bisogna studiare di più!
Di Tom Isaacs
Da: EPDAPLUS Estate 2010 - num. 14
(www.epda.eu.com)
This article has been provided with the kind permission of the European Parkinson’s Disease Association.
Questo articolo è pubblicato con il cortese permesso dell'EPDA (European Parkinsons's Disease Association).


In teoria, gli studi clinici sul Parkinson rappresentano il veicolo perfetto per accelerare un cambiamento progressivo. In pratica, sono diventati vittima della loro stessa malattia degenerativa. Tom Isaacs spiega in che modo le persone con Parkinson e le loro organizzazioni possono offrire un contributo al sistema a vantaggio di tutti.

A scuola ero uno di quelli che nei giudizi degli insegnanti trovavano frasi del tipo "Tom si impegna molto, ha grandi potenzialità, ma il risultato degli esami è deludente". All'epoca gli esami erano la cosa più importante. La valutazione continua non esisteva e la maggior parte del mio impegno scolastico andava sprecato perché non ero abbastanza veloce a rispondere alle domande degli esami.
Noto straordinarie somiglianze tra la delusione dei miei risultati accademici e gli studi clinici sul Parkinson. Anche in questo caso, le potenzialità non producono risultati e il progresso è ostacolato da inutili ritardi che inficiano l'ottimo lavoro condotto fino a quel momento perché si attribuisce troppa importanza ai singoli eventi.
A differenza dei miei esami, tuttavia, la rapidità del processo dello studio clinico non ha alcun peso sulla valutazione del successo complessivo. Al contrario, il successo viene misurato solo in termini di efficacia e sicurezza. A fronte di ciò, tale misurazione sembrerebbe corretta, eppure né l'efficacia né la sicurezza possono essere considerate scienze esatte. La loro valutazione soggettiva si basa per definizione su un gran numero di variabili che rendono gli errori statistici e i falsi risultati troppo probabili per ritenerli accettabili.
In che modo, dunque, è possibile rimediare a questa situazione? Sembrerebbe quasi che lo stesso processo dello studio clinico sia diventato vittima di una malattia, lenta, degenerativa e incurabile.
Ritengo che la maggior parte delle risposte debbano essere cercate tra noi - le persone con Parkinson (PCP) - e all'interno delle organizzazioni che ci sostengono (come l'EPDA). È la nostra voce che può instillare un senso di urgenza. Inoltre, è attraverso il nostro coinvolgimento attivo e le nostre azioni che potremo portare più coerenza, credibilità ed efficienza al sistema degli studi clinici.
Di recente, il mondo del Parkinson ha ribollito di nuove scoperte che prospettavano terapie in grado di modificare la malattia. Eppure troppo spesso questi bagliori di luce si sono trasformati in frustrazione per ragioni che spesso non hanno nulla a che vedere con la scienza stessa. Molti problemi riguardano aspetti che noi, come consumatori, possiamo cambiare.
La tabella che segue mostra in che modo le PCP e le organizzazioni dei pazienti possono contribuire a risolvere alcuni dei problemi che attanagliano gli studi clinici.
Personalmente ritengo che la responsabilità di pervenire a nuovi trattamenti debba essere egualmente condivisa dall'intera comunità del Parkinson. Le PCP e le relative organizzazioni devono modificare il proprio atteggiamento e offrire un contributo costruttivo ai meccanismi del sistema degli studi clinici. Se vogliamo migliorare questo sistema, tutti gli interessati agli studi clinici devono collaborare come squadra e migliorare i canali di comunicazione. Solo in questo modo i vantaggi mostrati nella figura che segue potranno tradursi in realtà. Come pazienti e organizzazioni di supporto, possiamo e dobbiamo fungere da catalizzatori del cambiamento.
Tom Isaacs parlerà degli studi clinici al Congresso Mondiale del Parkinson di Glasgow il 1° ottobre.


IN CHE MODO LE PERSONE CON PARKINSON E LE ORGANIZZAZIONI DEI PAZIENTI POSSONO CONTRIBUIRE A MIGLIORARE GLI STUDI CLINICI
Problema Le persone con il Parkinson dovrebbero: Le organizzazioni dei pazienti dovrebbero:
Rischio/beneficio degli studi (approvazione etica) Partecipare ai comitati etici Comunicare con i membri
Burocrazia generale/lungaggini Comunicare urgenze Comunicare con i membri
Trasparenza/comunicazione Comunicare le proprie esigenze all'industria Fungere da liason tra industria e pazienti
Viabilità degli studi Accrescere il profilo della malattia Allocare fondi e altre risorse
Reclutamento, eterogeneità e compliance Offrire volontariamente informazioni e partecipare interamente agli studi Raccogliere dati e organizzarne la diffusione
Credibilità del prodotto in studio Sostenere attivamente nuove iniziative e innovazione Organizzare incontri con opinion leader chiave
Selezione dei protocolli degli studi Partecipare attivamente al processo formando gruppi di sostegno composti da esperti Aumentare il livello di partecipazione e impegno negli studi scientifici
Inaccessibilità del consumatore (paziente) al fornitore (casa farmaceutica) Esigere l'accesso a maggiori informazioni Diventare uno snodo di comunicazioni e informazioni per tenere insieme l'intera comunità del Parkinson
Misurazione dei risultati degli studi Cercare di fare comprendere la propria condizione, raccontare le proprie esperienze ed esprimere il proprio punto di vista in merito alla descrizione dei cambiamenti nella qualità di vita Stabilire e sostenere l'importanza dei risultati riportati dai pazienti

COMUNICAZIONE BIDIREZIONALE E LAVORO DI SQUADRA NEGLI STUDI CLINICI: VANTAGGI PER TUTTI


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